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Venous thrombosis (not at all) superficial




Over time they have suggested various therapies for the treatment of superficial venous thrombosis of the lower limbs.

From local therapy with only hot-moist compresses, elastic stocking, anti-inflammatories, and anticoagulant therapy at different doses (prophylactic, intermediate and therapeutic) either with LMWH, Fondaparinux or anticoagulants.

The main aim of the treatment is to give relief to the patient and to avoid the risk of developing a deep vein thrombosis or pulmonary embolism.

When the thrombosis is of limited extension (<5 cm), anti-inflammatories and elastic stockings seem to be sufficient.

When the thrombosis is more extensive (>5 cm) the risk of thromboembolism, systemic anticoagulant therapy seems more protective.

Superficial venous thrombosis that extends to the sapheno-femoral cross (from 3 to 5 cm) is empirically considered a deep venous thrombosis and current guidelines recommend treatment for 3 months with anticoagulants at therapeutic doses, although some studies also seem to cast doubt on this indication with favorable outcomes even with prophylactic dosages. However, crossectomy remains contraindicated.

A recent systemic review evaluated the optimal treatment for superficial venous thromboses extending >5 cm and far from the sapheno-femoral cross.


The safest and most effective treatment appears to be anticoagulant therapy at a prophylactic dosage for 45 days, independent of the drug used (LMWH or Fondaparinux)

Treatments for shorter periods have proven to be more dangerous with higher VTE rates.


But superficial venous thrombosis must be seen in a broader context.


#1. A venous thrombosis on a healthy vein is an important indicator of thrombophilia, as is a descending or migrating thrombosis or on a varicose vessel in a mobilized patient without stasis dermatitis or edema of the lower limb.


#2. Furthermore, it is not possible to think of giving anticoagulant therapy, even at prophylactic doses, without a minimum of blood chemistry tests.


#3. And an elastic stocking should not be prescribed without evaluating the arterial system, due to the risk of revealing critical ischemia in the worst possible way.


It is not enough to prescribe an injection and a stocking; we must take care of a patient who has always been fine with his veins until something altered his hemostatic balance.

Once we have placed the probe, we learn to ask ourselves the right questions.


Making a difference is possible. Enjoy the reading.






Trombosi venosa (per niente) superficiale


Nel tempo hanno suggerito diverse terapie per il trattamento della trombosi venosa superficiale degli arti inferiori.

Da terapia locale con soli impacchi caldo-umidi, calza elastica, anti-infiammatori e terapia anticoagulante a dosi diverse (profilattica, intermedia e terapeutica) sia con EBPM, Fondaparinux o Anticoagulanti


Lo scopo principale del trattamento è quello di dare sollievo al paziente e di evitare il rischio di sviluppare una trombosi venosa profonda o una embolia polmonare


Quando la trombosi è di estensione limitata ( < 5 cm) sembra essere sufficienti gli antiinfiammatori e la calza elastica

Quando la trombosi è più estesa ( >5 cm) il rischio di tromboembolismo la terapia anticoagulante sistemica sembra più protettiva.

La trombosi venosa superficiale che si estendere alla crosse safeno-femorale (dai 3 ai 5 cm) viene considerata empiricamente una trombosi venosa profonda e le attuali linee guida consigliano il trattamento per 3 mesi con anticoagulanti a dosaggi terapeutici, anche alcuni studi sembrano mettere in dubbio questa indicazione con esiti favorevoli anche con dosaggi profilattici.

Resta comunque controindicata la crossectomia.


Una recente revisione sistemica ha valutato il trattamento ottimale per le trombosi venose superficiali estese >5 cm e lontane dalla crosse safeno-femorale.



Il trattamento che più sicuro ed efficace appare una terapia anticoagulante a dosaggio profilattico per 45 giorni, indipendente dal farmaco utilizzato (EBPM o Fondaparinux) Trattamenti per periodi inferiori si sono rivelati più pericolosi con tassi di TEV superiori.


Ma la trombosi venosa superficiale deve essere inquadrata in un panorama più ampio.


1. Una trombosi venosa su vena sana è un indice importante di trombofilia, come pure una trombosi discendente o migrante o su vaso varicoso in paziente mobilizzato senza dermatite da stasi o edema all’arto inferiore.


2. Inoltre, non è possibile pensare di dare una terapia anticoagulante, anche se a dosi profilattiche, senza un minimo di esami ematochimici.


3. E non si prescrive una calza elastica senza valutare il sistema arterioso, per il rischio di svelare un’ischemia critica nel peggiore dei modi.


Non basta prescrivere un’iniezione e una calza, dobbiamo farci carico di un paziente che è sempre stato bene con le sue vene finchè qualcosa ha alterato il suo equilibrio emostatico.

Poggiata la sonda, impariamo a farci le giuste domande.


Fare la differenza è possibile.

Buona lettura.


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