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PFO and stroke: crime scene analysis



Patent foramen ovale (PFO) is a very common condition in the population, however it is often sought out and treated in young people who have a cryptogenic stroke.


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Randomized controlled trials and long-term follow-up analyzes demonstrated that PFO occlusion could reduce stroke recurrence compared with drug therapy alone, although there are procedure-related risks and a higher incidence of fibrillation atrial postoperatively.


For a correct selection of patients to be candidates for closure, a score (RoPE) was constructed which is mainly based on clinical factors but does not take into account the structural characteristics of the PFO.

Once a carotid stenosis, a cardio-embolic event or a lacunar stroke has been excluded, correlating the embolic stroke to the PFO may, however, not be so obvious.

An embolic stroke of uncertain source is defined by single or multiple small (<15 mm) cortical ischemic lesions or lesions in the vertebrobasilar circulation without any vascular occlusion visible on angiography, CT angiography, or MRA.

Major cortico-subcortical infarctions, thrombophilia, vasculitis, other cardiac defects should be excluded.

Transcranial echocolor-Doppler allows to evaluate the presence or not of right-left shunt.


Transesophageal ultrasound allows to measure the length and height of the PFO during Valsalva, the presence of atrial septal aneurysm (>10 mm) and hyper-mobile atrial septum.

Large PFO is defined as ≥2 mm in height and long tunnel PFO is defined as ≥ 8 mm in length

These variables appear to be independently associated with the risk of cryptogenic stroke in the PFO and may be helpful in indicating closure.


In multivariate analyses, the risk of cryptogenic stroke is greater in the presence of PFO and appears to be increased especially in the presence of septal aneurysm (OR 4.68), height >1.85 mm (OR 2.57), width of the PFO (OR 2.28) and presence of right shunt permanent sn (OR 2.09)





PFO e stroke: analisi della scena del crimine.


Il forame ovale pervio (PFO) è una condizione molto frequente nella popolazione, tuttavia è spesso ricercato e trattato nei giovani che presentano un ictus criptogenetico.

Studi randomizzati controllati (RCT) e analisi di follow-up a lungo termine hanno dimostrato che l'occlusione del PFO potrebbe ridurre la recidiva dell'ictus rispetto alla sola terapia farmacologica, anche se ci sono rischio legati alla procedura ed una incidenza maggiore di fibrillazione atriale nel post-operatorio.

Per una corretta selezione dei pazienti da candidare alla chiusura è stato costruito un punteggio (RoPE) che si basa prevalentemente su fattori clinici, ma non tiene delle caratteristiche strutturali del PFO.

Una volta escluso una stenosi carotidea, un evento cardio-embolico o un ictus lacunare, correlare l’ictus embolico al PFO potrebbe, tuttavia, non essere così scontato.

Un ictus embolico da fonte incerta è definito da lesioni ischemiche corticali singole o multiple di piccole dimensioni (<15 mm) o nella circolazione vertebro-basilare senza alcuna occlusione vascolare visibile sull'angiografia, angioTC o AngioRM.

Vanno escluso grandi infarti cortico-sottocorticali, trombofilia, vasculite, altri difetti cardiaci.

L’ecocolor-Doppler transcranico permette di valutare la presenza o meno di shunt dx-sn

L’ecografia trans-esofagea permette di misurare la lunghezza e l’altezza del PFO durante il Valsalva, la presenza di aneurisma del setto atriale (>10 mm) e di setto interatriale iper-mobile.

Il PFO di grandi dimensioni è definito come un'altezza ≥2 mm e il PFO a tunnel lungo è definito come una lunghezza ≥ 8 mm

Queste variabili sembrano associarsi in modo indipendente al rischio di ictus criptogenetico nel PFO e possono essere utile nell’indicazione alla chiusura.


Nelle analisi multivariate il rischio di ictus criptogenetico è maggiore in presenza di PFO appare incrementato soprattutto in presenza di aneurisma del setto (OR 4.68), altezza >1.85 mm (OR 2.57), larghezza del PFO (OR 2.28) e presenza di shunt dx-sn permanente (OR 2.09)


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