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Double femoral vein. Beware of the trap!



Duplication of the femoral vein is an important anatomical variation that can affect the diagnosis and follow up of deep vein thrombosis.


It can give false negatives to ultrasonographic compression (CUS) and therefore lead to not diagnosing a deep vein thrombosis (DVT), exposing the patient to the risk of pulmonary embolism, death or post thrombotic syndrome.


A recent meta-analysis on a total of 11 studies (over 3600 limbs analyzed), showed a prevalence of duplication of the femoral vein of almost 20%.


Normally, CUS involves compression at the inguinal level and at the popliteal level.

However, operators less experienced in urgency limit themselves to femoral compression and this can generally be a serious diagnostic limitation in one in five patients.


The diagnostic error appears when the operator focuses on the femoral branch that does not have thrombosis, and does not notice the adjacent occluded branch.

It is usually difficult to see an isolated femoral DVT without thrombosis of the popliteal vein and sub-popliteal venous axes as well.

During thrombosis of the common femoral vein, normally, the femoral veins (deep and superficial) are occupied by thrombotic material (except for thrombosis with iliac origin) and the limb is markedly edematous.


The presence of a double femoral vein guarantees a continuous venous flushing flow, which, together with that coming from the deep femoral vein, maintains the patency of the common femoral vein and could account for a proximal DVT without particular limb edema.


Another problem can arise in the follow up.

A patent femoral vein, hypertrophied by the adjacent femoral vein thrombosis that is progressively undergoing sclerosis, could lead to a diagnosis of complete recanalization of the femoral vessel.

This can influence therapeutic decisions on the duration of anticoagulation therapy or, if the control examination is close to the first one, lead to suspicion of an embolization of the thrombotic material or to hypothesize that the first diagnosis of DVT was incorrect.


In conclusion, if it is true that one in five patients has a double femoral vein, it is probably appropriate that we start thinking about it while doing CUS.

The expert who knows how to identify it, brings it back to the report to help the patient and future operators.





Doppia vena femorale. Attento al tranello


La duplicazione della vena femorale è un'importante variazione anatomica che può influenzare la diagnosi e il follow up della trombosi venosa profonda.


Può dare dei falsi negativi alla compressione ultrasonografica (CUS) e portare quindi a non diagnosticare una trombosi venosa profonda (TVP), esponendo il paziente al rischio del embolia polmonare, morte o sindrome post trombotica.


Una recente metanalisi su un totale di 11 studi (oltre 3600 arti analizzati), ha evidenziato una prevalenza della duplicazione della vena femorale quasi del 20%.


Normalmente, la CUS prevede una compressione a livello inguinale e a livello popliteo.

Tuttavia, gli operatori meno esperti in urgenza si limitano alla compressione femorale e questo può generale un grave limite diagnostico in un paziente su cinque.


L’errore diagnostico compare quando l’operatore si focalizza sul ramo femorale che non presenta la trombosi, e non si accorge del ramo occluso adiacente.

Solitamente è difficile assistere ad una TVP isolata della femorale senza una trombosi anche della vena poplitea e degli assi venosi sotto-poplitei.

In corso di trombosi della vena femorale comune, normalmente, le vene femorali ( profonda e superficiale) sono occupate da materiale trombotico (a meno di trombosi a partenza iliaca) e l’arto è marcatamente edematoso.


La presenza di una doppia vena femorale, garantisce un flusso venoso di lavaggio continuo, che, assieme a quello proveniente dalla vena femorale profonda, mantiene la pervietà della vena femorale comune e potrebbe rendere ragione di una TVP prossimale senza particolare edema dell’arto.


Un altro problema può nascere nel follow up.

Una vena femorale pervia, ipertrofizzata dalla trombosi vena femorale adiacente che sta progressivamente andando incontro a sclerosi, potrebbe portare ad una diagnosi di completa ricanalizzazione del vaso femorale.

Questo può influenzare decisioni terapeutiche sulla durata della terapia anticoagulante o, se l’esame di controllo è ravvicinato al primo, far sospettare una embolizzazione del materiale trombotico o ipotizzare che la prima diagnosi di TVP fosse errata.


In conclusione, se è vero che un paziente su cinque ha una doppia vena femorale, probabilmente è opportuno che cominciamo a pensarci mentre facciamo una CUS.

L’esperto che la sa individuare, la riporti nel referto per aiutare il paziente e i futuri operatori.

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